domenica 1 febbraio 2015

Perù (and back)

Ancora 3 giorni e si va.
Come mio solito, mi sembra di vivere anche questo in terza persona.
Guardo le mappe del Perù, annoto nomi di città e paesi, distanze, clima, mezzi di trasporto; penso a cosa stipare nello zaino, mi chiedo se avrò abbastanza soldi, se saprò cavarmela con il mio mezzo inglese ormai dimenticato e il mio spagnolo inesistente.
Ogni giorno mi chiedo perché parto.
Ogni tanto mi rispondo come facevo quando avevo vent'anni di meno: "Perché è là, e non qui".
Ogni tanto mi rispondo come faccio con vent'anni di più: "Perché non me ne sto a casa?".

Di sicuro c'è che l'idea di partire con 2 gradi e sotto la pioggia per arrivare a 28 gradi e al sole mi alletta parecchio. L'eterno sogno di sfuggire all'inverno.

Il resto si vedrà.
Magari tra un mese sarò già di nuovo qui, tappato in casa nella mia stanzetta del computer.
Magari tra 3 mesi non vorrò tornare e dovrò farmi forza per salire sull'aereo che mi riporterà qui.

Chissà, magari il paradiso è semplicemente un posto dove non ci sono dubbi, né decisioni da prendere.


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